link
UN LIBRO PER DIRE TUTTO A TUTTI
Quando da bambina imparavo qualcosa, mi sentivo così felice da provare il desiderio di comunicarlo a tutti. L'avessi potuto
moltiplicare almeno per 13...!
La nostra famiglia patriarcale, un esempio fra gli ultimi nel Friuli Occidentale, era
formata da due coppie di genitori, la prima con 8 figli, i nostri cugini e la seconda di 5, io e i miei fratelli. 13 ragazzi, un numero
che mi è sembrato da sempre una meraviglia.
Avevamo il nonno, solo, rimasto vedovo a 38 anni, con 7 bambini piccoli. Contava per molti. In lui tutto era molto. L'affetto, il
discernimento, l'intelligenza, l'onestà, l'amore per la terra, la frugalità, molto anche il vino che beveva (con le dovute pause) e molto risonanti i
predicozzi che ne seguivano, forte l'impronta da dittatore ...
C'era anche una zia nubile che sembrava non contare molto, ma all'atto pratico ci teneva ad essere. E tanto.
Io che temevo, stimavo e amavo “molto” il nonno, sapevo che tra lui e me c'erano i miei genitori. Non sono in grado di valutare in
termini di quantità da chi ho ricevuto di più. Ogni tanto mi mettevo a scrivere con il desiderio di poter comunicare con molti, con tutti.
Ad un certo punto mi accorsi di poter sintetizzare la mia vita grazie ad un episodio in grado di attraversarla in tutta
lunghezza.
Da ragazzina riuscii a scoprire, di nascosto dai famigliari il luogo, proibito perché pericoloso, dov'era la sorgente da cui nasceva
la Sil un torrente rispettabile, e nostro anche, dato che circondava i campi della famiglia. Il fiotto esplodeva con veemenza dalla terra e ricadeva su se stesso, spento. “Fa il fiore!” dicevo
io.”Il fiore!...Devi fare il fiore!...”
E immaginavo una corolla e gliela lanciavo. Mai in tempo. Quello si spegneva su se stesso. Miseramente. Veder l'acqua fiorire: un
desiderio impossibile.
Eppure la mia acqua, quella dell'”Occhio”, la mia sorgente preferita, fiorì. Lo fece dopo che
“I Fontanaz”, compagni e vicini dell'Occhio, erano stati soffocati dal cemento.
Io dovevo raccontare “E l'acqua fiorì” e il libro si impuntò con il voler dire tutto a tutti.
Non c'era solo “l'Occhio” e la sua acqua. Una forte spinta mi veniva anche dall'opera dello storico E.J. Hobsbawm: “Il Secolo
Breve 1914-1991”.
Ero rimasta colpita da questa sua affermazione: “Il mutamento sociale più notevole e di più vasta portata del secolo XX, quello
che ci taglia fuori per sempre dal mondo del passato, è la morte della classe contadina. Fin dall'età neolitica la maggior parte degli esseri umani era sopravvissuta grazie alla terra e al
bestiame...”
Nata in una famiglia di piccoli proprietari terrieri, sapevo molto bene com'era la vita dei contadini, avendo vissuto di persona i
passaggi che portavano in maniera vorticosa verso la crisi finale. Sulla morte in questione non c'erano dubbi. Ma la classe contadina è esistita. E' esistita! Che cosa significa il tagliarci
fuori per sempre dal mondo del passato? Dentro di me esplose la più travolgente delle sorgenti. Non volevo essere tagliata fuori da un mondo che era stato il mio.
E' esistita. E se è esistita, non può essere morta del tutto. Lo storico Hobsbawm ha un grande senso della realtà ed io lessi il suo
libro con passione, in attesa di conoscere le sue proposte e immedesimarmi nelle eventuali speranze.
“Ciò che ho scritto, afferma l'autore, non può dirci se e come l'umanità può risolvere i problemi che si trova difronte all'inizio
del nuovo millennio. Forse può aiutarci a capire quali sono questi problemi e quali condizioni sono richieste per la loro soluzione, ma non in quale misura siano presenti questo condizioni, né se
siano in procinto di avverarsi...
Viviamo in un mondo catturato, sradicato, trasformato dal titanico processo tecnico-scientifico dello sviluppo del capitalismo
che ha dominato i due-tre secoli passati....Ma il mondo deve cambiare”.
Il tutto non rischia di coincidere con l'eclissi del mondo dello spirito?
Mi imposi di scrivere, di raccontare la mia vita innestata al vivo con quella della nostra gente di paese. Forse può ritornare il
bisogno di pensare, di capire, confrontare, andare anche al di là di ciò che ci attanaglia tutto intorno.
L'argomento fa riflettere. Lasciamolo riposare.
P.S. Per risollevarci un po'. Mi è venuta questa presentazione per il nonno:
“Era alto e asciutto, fatto di roccia e con i baffi in giù”. Ora sottolineo che quando non era brillo non parlava. Mai. Per sapere
come riusciva a farci 'filare' e per sapere come noi, i Tredici riuscivamo ad amarlo, bisogna leggere il libro
link
AFFERMAZIONI
Gli uomini vivono pacificamente
e agiscono concordemente,
solo quando uniti
dalla medesima concezione del mondo,
quando concepiscono alla stessa maniera
i fini ultimi delle proprie azioni.
Lev Tolstoj
Esiste una legge che governa tutta la creazione.
I principi che agiscono nell'universo esteriore
e che gli scienziati possono scoprire
vengono definiti leggi naturali.
Ma vi sono leggi assai più sottili
che governano i piani spirituali interiori
e il regno profondo della coscienza.
Sri Yukteswar
O Spirito, Tu sei appena al di là della mia vista, con cui scorgo la tua bellezza esteriore.
Sei appena al di là del mio udito con cui ascolto il miscuglio dei suoni terreni.
Sei appena al di là del mio tatto, con cui percepisco gli oggetti del tuo mondo.
Sei appena al di là del velo della splendida natura.
Negli sguardi teneri dei fiori, nel sapore del cibo che ci nutre,
e in tutti gli altri tuoi doni generosi, si nasconde l'essenza del tuo Essere,
la tua eterna dolcezza.
Quando ti invoco, tu sei appena al di là della mia voce tremante.
Sei appena al di là della mia mente che prega.
Sei appena al di là dei miei sentimenti più profondi.
Sei appena al di là dei miei sacri pensieri.
Sei appena al di là del mio desiderio ardente di Te.
Sei appena al di là delle mie meditazioni.
Sei appena al di là del mio tenero amore.
O Imperscrutabile dai mortali!
Apri i miei occhi perchè io ti possa vedere quale realmente sei !
Paramhansa Yogananda